Riz Ortolani – Armonie e dissonanze è un biopic sull’attività di uno fra i maggiori compositori musicali del cinema italiano e internazionale.
Scomparso nel Gennaio del 2014, il film ne ripercorre la vita a partire dagli studi formativi nel Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro, la sua città natale, fino agli alti traguardi della maturità artistica. Un itinerario marcato da numerosissime tappe nell’arco di oltre cinquant’anni, contrassegnato non soltanto dalla frequentazione assidua delle sale d’incisione, bensì dai numerosi concerti eseguiti nei più prestigiosi teatri del mondo.
Durante questo viaggio, l’obiettivo della macchina da presa s’incunea a tratti a curiosare tra le pagine dell’album di famiglia soffermandosi in particolare su quelle che narrano l’incontro fra il giovane arrangiatore Ortolani e la già affermata cantante Katyna Ranieri, in seguito moglie e musa sodale nella produzione artistica.
La struttura del film si connota nella scelta del superamento dell’andamento cronologico di episodi ed eventi evitando lo schema della sequenzialità lineare; anzi, per certi versi, una sequenzialità ribaltata. Il compito di unificare i passaggi di questa narrazione a sbalzi è affidato allo sviluppo di una stretta rete di rimandi e connessioni fra i diversi temi dei film, delle relative colonne sonore, e degli argomenti tracciati dalle testimonianze dei numerosi personaggi dello spettacolo e della cultura che a diverso titolo hanno incrociato il vissuto privato e pubblico di Ortolani; alla sua stessa presenza in audio/video che ci parla di sé, della sua visione, della tecnica e dei principi applicati alle sue composizioni, fornendoci così un inedito e affascinante outing postumo.
A tessere il filo unificante di questi due “blocchi” comunque distribuiti a mosaico nell’arco della narrazione, sono i diversi inserti di ricostruzione fiction che, per quanto brevi e rispettosi del vissuto reale, fungono da contrappunto nella scansione complessiva della vasta biografia del Maestro.
L’altro elemento fortemente significativo è quello che – raggruppando brevi estratti dei film più rappresentativi (fra i circa trecento che recano segni e colori della sua musica), delle rispettive locandine, di foto, copertine di dischi, di appunti grafici, di spartiti manoscritti e immagini di vario tipo – scandisce come un metronomo visivo il ritmo del film in sintonia con la scrittura del Maestro, lineare e incalzante, evocativa e dissonante.
Una complessità cromatica fusa nel grande affresco in movimento delle immagini cinematografiche, comprese quelle dei principali avvenimenti che contrassegnarono la vita del nostro Paese durante il periodo bellico, nell’immediato dopoguerra fino agli inizi degli anni ‘70.
Brevi flash ma indispensabili nella messa a fuoco di un periodo che vede lo scorrere in parallelo i toni cupi della guerra e le acerbe note del suo apprendimento musicale; la rinascita dalla distruzione e la spola in treno, pomeriggio/alba, Pesaro-Rimini-Riccione-Pesaro a suonare nei locali romagnoli e contemporaneamente a studiare al Conservatorio Rossini.